Nel 1998 feci un viaggio itinerante attraverso la Siria per visitarne i siti archeologici. In quell'anno il braccio di ferro tra Iraq e USA sembrava in leggera remissione e la Siria era considerata un Paese sicuro.
Nella Moschea di Aleppo, tra i tanti incontri di quel viaggio (avevo perennemente la Nikon a tracolla), un uomo mi fece capire di desiderare una foto ricordo che poi gli avrei inviato per posta all'indirizzo che mi scrisse in arabo. Sembravano persone molto modeste e probabilmente per lui, la moglie e i due figli quel viaggio era una sorta di importante pellegrinaggio.
Lo scorso anno mi capitò tra le mani quella diapositiva, per la Siria era il decimo anno di una devastante guerra civile dilatata a un confronto tra potenze mondiali e tutti possiamo vedere Aleppo com'è oggi. Ripensando a quell'incontro, a quella famiglia, a com'era quel Paese prima che i padroni del mondo decidessero di distruggerlo, il quadro che stavo dipingendo, un paesaggio fluviale, si è trasformato in poche ore in quella foto, come sarebbe stata oggi.