Mi sono sempre chiesto perché la nostra specie, così dotata di intelligenza, sia l'unica proiettata verso l'autodistruzione.

Penso che questo sia il motivo che mi ha spinto verso interessi come l'evoluzione, l'antropologia culturale e la psicologia di massa. Inoltre, dieci anni di psicoanalisi mi hanno portato, tra le altre esperienze, a cercare i legami tra l'istinto animale e ciò che, in noi, chiamiamo inconscio.

Siamo una complessa società di predatori, da sempre dominata da un'élite che, nel corso dei millenni, non ha mai perso la sua principale prerogativa: il disprezzo assoluto della vita umana. Sono sempre le élite che decidono le guerre, non le masse.
E la bestia predatrice che è in ognuno di noi permea, in vari modi, diversi miei quadri.

Ho sempre pensato per immagini, è una mia necessità, la stessa necessità che mi ha spinto a visitare siti archeologici in tutta Europa, Medio Oriente, Africa e Americhe, e a percorrere le sale di innumerevoli musei. Immagini chiamano immagini, che a loro volta si evolvono e bisogna realizzarle prima che svaniscano. Talvolta riesce.

Esteta sarebbe colui che antepone il senso del bello ad altri aspetti (etici, sociali, morali, storici...), non so se nel mio caso il senso estetico sia un limite od un pregio, ma non posso farne a meno, nel dipingere non posso prescindere dal piacere dell'armonia cromatica, di masse di spazi e di forme con le quali cerco di rappresentare un'idea. Spazi e forme che possono muoversi tra iperrealismo ed espressionismo quasi astratto.
Ma questa è sistematica: dividere l'arte in generi e correnti nel susseguirsi dei periodi è un po' come mettere ordine in campo entomologico per diagnosticare un insetto. Per quante cose si possano sapere o scoprire, il perché della vita si manterrà sempre ad una distanza infinita. Come l'arte.

Mi sono sempre chiesto perché la nostra specie, così dotata di intelligenza, sia l'unica proiettata verso l'autodistruzione.

Penso che questo sia il motivo che mi ha spinto verso interessi come l'evoluzione, l'antropologia culturale e la psicologia di massa. Inoltre, dieci anni di psicoanalisi mi hanno portato, tra le altre esperienze, a cercare i legami tra l'istinto animale e ciò che, in noi, chiamiamo inconscio.

Siamo una complessa società di predatori, da sempre dominata da un'élite che, nel corso dei millenni, non ha mai perso la sua principale prerogativa: il disprezzo assoluto della vita umana. Sono sempre le élite che decidono le guerre, non le masse.
E la bestia predatrice che è in ognuno di noi permea, in vari modi, diversi miei quadri.

Ho sempre pensato per immagini, è una mia necessità, la stessa necessità che mi ha spinto a visitare siti archeologici in tutta Europa, Medio Oriente, Africa e Americhe, e a percorrere le sale di innumerevoli musei. Immagini chiamano immagini, che a loro volta si evolvono e bisogna realizzarle prima che svaniscano. Talvolta riesce.

Esteta sarebbe colui che antepone il senso del bello ad altri aspetti (etici, sociali, morali, storici...), non so se nel mio caso il senso estetico sia un limite od un pregio, ma non posso farne a meno, nel dipingere non posso prescindere dal piacere dell'armonia cromatica, di masse di spazi e di forme con le quali cerco di rappresentare un'idea. Spazi e forme che possono muoversi tra iperrealismo ed espressionismo quasi astratto.
Ma questa è sistematica: dividere l'arte in generi e correnti nel susseguirsi dei periodi è un po' come mettere ordine in campo entomologico per diagnosticare un insetto. Per quante cose si possano sapere o scoprire, il perché della vita si manterrà sempre ad una distanza infinita.

ROBERTO MESSORI

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